L\’assessore regionale alle Finanze e al patrimonio, Sandra Savino, segue due richieste di parco fotovoltaico pervenute da Spilimbergo: l\’una da parte del Consorzio per lo sviluppo industriale, economico e sociale; l\’altra da parte dell\’Amministrazione comunale. Giovedì prossimo, nella seduta della Giunta regionale, l\’assessore sottoporrà all\’attenzione dell\’esecutivo il documento di autorizzazione alla stipula di un Accordo di programma con il Consorzio dello spilimberghese finalizzato ai lavori di installazione di un impianto fotovoltaico per l\’alimentazione della rete pubblica di illuminazione e delle utenze a servizio del fabbricato del Consorzio stesso nella zona Industriale Nord. L\’investimento prevede una costo di 350 mila euro, 300 mila dei quali a carico della Regione e 50 mila del Consorzio proponente. Sarà finanziato con la legge di attuazione di progetti mirati di promozione economica di competenza della Direzione attività produttive, volta a incentivare iniziative progettuali dirette al consolidamento e all\’estensione della base produttiva e dell\’occupazione, nonché alla valorizzazione delle risorse umane e materiali della montagna. Contestualmente, cedendo l\’ex caserma \”De Gasperi\” di Vacile al Comune di Spilimbergo, la Regione ha acconsentito alla realizzazione del primo parco fotovoltaico ottenuto con il placet della Regione stessa e dimensionato per una potenza di picco pari a 10 MWp. Operazione per cui è emersa la disponibilità della holding Friulia di intervenire direttamente nella realizzazione del progetto. Questo intervento porta a compimento anche per Spilimbergo un percorso di valorizzazione di ex compendi militari di cui si è fatta carico l\’assessore Savino sin dall\’inizio del suo mandato. Lo scorso aprile, infatti, l\’assessore sottoscrisse il verbale di consegna gratuita del bene dopo essersi accertata con il sindaco di Spilimbergo, Renzo Francesconi, sull\’intento di sua rivalorizzazione e sulle capacità economiche del Comune, affinché potesse trovare un uso funzionale alla comunità. Dopo la chiusura, avvenuta nel 2001, la caserma versava, infatti, in una condizione di totale assenza di manutenzione e di controlli tanto che era difficilmente ipotizzabile un recupero degli edifici.
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