Obiettivo de-carbonizzazione. Come? Grazie a ricerca e tecnologia “salva-clima” volte alla cattura e allo stoccaggio di CO2. E al primo materiale costruttivo per la climate neutrality, di scena ad Ecomondo dal 5 all’8 novembre prossimi a Rimini
Sulle prime può sembrare bizzarro. Eppure anche edifici, grandi opere, strutture, buildings, sono utili ad arginare il cambiamento climatico che ha causato, negli ultimi due anni, un aumento del 102% degli eventi atmosferici estremi. Per le Nazioni Unite occorre raggiungere, entro la metà del secolo, un livello di emissioni di carbonio pari allo zero netto per evitare che le temperature globali aumentino di oltre 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, e scongiurando gravi danni agli ecosistemi del Pianeta. Per il senso comune, la finalità del “net zero” dovrebbe confliggere con l’industria edilizia. Ma è dalle alleanze apparentemente meno usuali che nascono i progressi più autentici. Per questo, la presenza di Hedidelberg Materials leader mondiale tra i principali produttori integrati di soluzioni e materiali per le costruzioni al mondo nella casa dell’economia verde nazionale non passa certo inosservata. Il Gruppo, che in Italia raccoglie l’eredità di Italcementi e Calcestruzzi è in prima linea nella decarbonizzazione industriale e sarà, per la prima volta, ad Ecomondo, la fiera annuale leader nei settori della green and circular economy, che si tiene a Rimini dal 5 all’8 novembre 2024 (padiglione C4 Distretto Circular & Healthy City). Heidelberg Italia, traccerà- il 7 novembre è previsto l’arrivo dell’amministratore delegato- Stefano Gallini (Sala Abete, Hall Ovest, dalle ore 14) – il suo itinerario “salva- clima” con l’obiettivo delle “zero emissioni” entro il 2050. Un processo “taglia-carbonio” garantito da ricerca e tecnologia all’avanguardia nel segno della frontiera della climate neutrality. Tutto questo sta succedendo in Norvegiaa, a Brevik, dove Heidelberg Materials sta realizzando il primo impinato su scala industriale per la cattura e il sequestro della CO2. Obiettivo? Catturarne 400.000 tonnellate all’anno e sequestrarle in maniera permanente in fondo al Mar del Nord.
L’obiettivo primario, comunque, resta quello di ridurre le emissioni di CO2 e quello che sarà presentato a Ecomondo è proprio la nuova gamma evoBuild, sono di cementi e di calcestruzzi che riducono del 30% le emissioni di anidride carbonica.
Sarà disponibile dal 2025 in tutta Italia e per tutte le linee di prodotto e sarà caratterizzata da basse emissioni di CO2 (sia per il cemento sia per il calcestruzzo), e/o da calcestruzzi contenenti materiali da riciclo, evitando così l’impiego di risorse naturali. La Road Map di Heidelberg Materials prevede, da qui al 2030, la progressiva diminuzione di prodotti NON low-carbon, aumentando la quota di prodotti evoBuild, pur mantenendo la qualità di sempre.
Per arrivare a questi risultati sono stati messi a punto negli impianti di Heidelberg percorsi virtuosi dal punto di vista della sostenibilità lungo tutti i passaggi del ciclo di produzione del cemento e del calcestruzzo. Qualche esempio? Per cuocere il cemento l’uso di combustibili fossili derivati dal petrolio viene sostituito dal maggior utilizzo dei combustibili alternativi non più riciclabili e in assoluta sicurezza. Nella produzione del calcestruzzo, invece, viene ridotto l’uso di materie prime naturali come la sabbia e la ghiaia, introducendo nel mix design materiali di scarto come le scorie di altoforno e i rifiuti da demolizione. Si chiamano aggregati riciclati che offrono una valida alternativa agli aggregati naturali, contribuendo a conservare le risorse naturali, riducendo la quantità di rifiuti destinati alle discariche e promuovendo un’economia circolare.
Qualche numero: nel 2024 sono state impiegate oltre 31.000 tonnellate di aggregati industriali, recuperando quasi 19.600 tonnellate di aggregati riciclati ed evitando così l’utilizzo di risorse naturali.