Vimi Fasteners annuncia asse strategico sulla Cina per approvvigionamento delle materie prime

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Vimi Fasteners e Cina è un binomio che l’azienda italiana, leader internazionale nei sistemi di fissaggio di alta tecnologia, punta a rafforzare sempre di più, perché «il mercato asiatico può rappresentare una opportunità per il Gruppo», afferma il presidente Fabio Storchi

Dopo gli anni di frenata a causa delle limitazioni e delle chiusure imposte dal Covid, «la Cina si sta risollevando», afferma Andrea Storchi, che da 9 anni gestisce l’ufficio di rappresentanza di Vimi Fasteners a Shangai (nella foto). Da quest’ufficio, Storchi monitora il mercato asiatico, con un’attenzione particolare sul mercato cinese e indiano.

«Con le recenti acquisizioni, Vimi Fasteners ha ampliato i target di riferimento, creandosi opportunità di business in settori come le infrastrutture, l’energia, l’oil&gas e l’agricoltura», prosegue Fabio Storchi.

Sul mercato cinese restano ancora sottotono le costruzioni, l’edilizia, e l’automotive.  L’economia della Cina frena nel secondo trimestre, oltre le attese, scontando la prolungata recessione immobiliare, la debole domanda interna e la fine delle politiche di sostegno alla crescita.

L’India invece offre segni di crescita: il mercato automobilistico in India è un settore dinamico caratterizzato da una crescita robusta e da un’offerta diversificata di veicoli. Nel 2023, il mercato è stato valutato a 3,99 milioni di unità e si prevede che raggiungerà 6,38 milioni di unità entro il 2030, con una crescita del 6,94%. L’industria comprende la produzione, la fabbricazione e la vendita di vari veicoli, classificati in base al design, all’utilità e allo scopo. Fonti di innovazione e crescita anche Corea, Giappone, e Vietnam.

Per Vimi Fasteners, la Cina è, inoltre, anche un’interessante luogo di approvvigionamento delle materie prime e dei semilavorati. «Questa è una prospettiva interessante – considera Fabio Storchi – sebbene vadano comunque presi in considerazione i nuovi equilibri geo-politici, le tensioni internazionali sempre presenti e le ripercussioni che potrebbero avere sui rapporti commerciali».

Il Gruppo nel 2023 ha generato un valore economico pari a 61,9 milioni, con 273 dipendenti, di cui il 28% donne e l’11% con meno di trent’anni. Ha fornito 200 milioni di prodotti in 300 stabilimenti nel mondo. Da 55 anni continua a innovare e produrre, con il quartier generale attivo a Novellara, in provincia di Reggio Emilia.

Secondo le previsioni, l’investimento cinese nell’AI raggiungerà un importo considerevole di 26,7 miliardi di dollari entro il 2026. Si stima che questo investimento rappresenti circa l’8,9% dell’investimento globale nell’AI, posizionando la Cina come la seconda destinazione mondiale per gli investimenti nel settore.

‘La Cina rimane un Paese che investe in innovazione che significa fare da propulsore alle applicazioni della intelligenza artificiale, pertanto, sempre e comunque da tenere monitorato. La volontà del Governo di Pechino è rendere la Repubblica Popolare Cinese una super potenza dell’intelligenza artificiale entro il 2030. In Cina serve comunque esserci, e Vimi ha anche in questo luogo, un suo satellite’ ha concluso il presidente Storchi.

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