12° Festival del Giornalismo Culturale: a Urbino la conclusione tra donne, cinema, arte e scienza

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Tanto pubblico per una domenica intensa e con molti appuntamenti in programma; lo sguardo è già rivolto all’edizione numero 13 dedicata allo sguardo ecologico nel giornalismo culturale, in un rapporto tra natura e cultura

 

‘PROTAGONISTE. Lo sguardo femminile nel giornalismo culturale’: la 12^ edizione del Festival del Giornalismo Culturale, organizzato dall’Istituto per la formazione al giornalismo e dall’Università di Urbino in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche e con il patrocinio della Regione Marche, si è conclusa con un’analisi della figura della donna in molteplici contesti, dall’arte al cinema, dalla scienza al giornalismo.

La giornata finale del Festival in mattinata a Palazzo Ducale ha mandato in scena ‘Le protagoniste del cinema’, con Susanna Nicchiarelli che ha spiegato come “il film che mi ha cambiato la vita è stato Un’ora sola ti vorrei di Alina Marazzi: la regista, mettendo insieme video privati, ricostruisce la vita di sua madre da ragazza. Le protagoniste dei miei film sono spesso personalità disturbanti, che ho voluto però riabilitare per mostrarne il lato rivoluzionario”.

Molto apprezzato anche il panel ‘Le donne nel cinema e nelle serie TV’, alla presenza di Pedro Armocida, Chiara Checcaglini e Anna Fiaccarini. Fiaccarini ha detto: “Il lavoro di ricerca cinematografica negli archivi sta facendo emergere nomi di donne, citate nei titoli di coda, che cominciano a essere rivalutate”. Checcaglini ha invece posto l’attenzione su come molto spesso, negli Stati Uniti, chi decide se una serie tv può andare in onda oppure no è un uomo.

Il focus si è poi spostato su arte e architettura con Francesca Cappelletti, Costantino d’Orazio, Ilaria Miarelli Mariani e Raffaella Morselli. Interessante il quesito posto da Morselli: “Perché non ci sono state grandi artiste donne? Perché sono state nascoste. Con il nostro lavoro stiamo cercando di recuperarle”. Cappelletti ha invece raccontato che “l’autoritratto spesso è stato per le pittrici donne un modo per rappresentare il loro talento. Le donne si incarnavano attraverso l’allegoria della pittura”. Miarelli Mariani ha messo in risalto il valore dell’arte al femminile: “Di alcune artiste donne non ci è rimasta neanche un’opera. Eppure sono esistite. Adesso stanno riemergendo dagli archivi dei musei”.

A fine mattinata il Direttore della Galleria Nazionale delle Marche Luigi Gallo è salito sul palco per un confronto con Benedetta Craveri, la quale ha raccontato di come “nei miei libri mi sono occupata soprattutto delle donne del ‘700 francese perché quelle donne mi si sono imposte. Spesso sono delle grandissime scrittrici che hanno dettato legge. Il femminismo è stata l’ultima grande rivoluzione culturale che abbiamo avuto. Il fatto che in molti campi le donne siano in ritardo dipende dal fatto che le ragazze non hanno avuto l’opportunità di studiare o siano state dissuase dal farlo”.

Alle 15 si è parlato della figura delle scienziate con gli interventi di Ilaria Iacoviello, Roberta Villa e la lectio di Michela Mattioli. Villa ha affermato che “gli scienziati fanno comunicazione ma devono avere una doppia competenza. Non basta averla solo nei contenuti” mentre nella sua lectio Matteoli ha parlato della presenza di “alcune aree del cervello femminile e del cervello maschile che sono leggermente diverse. Hanno traiettorie di invecchiamento differenti”.

 L’edizione numero 12 del Festival si è conclusa con l’analisi della figura e del ruolo delle editrici insieme a Marianna Aprile, Rosanna Cappelli, Giordano Bruno Guerri, Piero Sorrentino e con lectio affidata ad Agnese Pini, direttrice – under 40 – de Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno e Quotidiano Nazionale. Pini ha riflettuto sulla “possibile esistenza di uno stile di direzione maschile e uno stile di direzione femminile. Quanto sono diversi – ha aggiunto – se lo sono, un uomo amministratore delegato e una donna amministratrice delegata?”. Inoltre la direttrice Pini ha offerto spunti di riflessione interessanti sul perché ci sono tantissime donne che lavorano nell’editoria ma poche con ruoli apicali. Aprile, volto noto de La7, ha spiegato che “le redazioni televisive sono piene di donne. Nella carta stampata la situazione è diversa. Nella politica, quando si va verso i ruoli apicali, la presenza delle donne diminuisce”.

Forte del successo riscontrato in questo 2024, i direttori del Festival Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini in chiusura hanno ‘lanciato’ l’edizione 2025 – la numero 13 – che verterà su un tema molto rilevante: CULTURA E NATURA. LO SGUARDO ECOLOGICO NEL GIORNALISMO CULTURALE.

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