Il convegno dei 20 anni del Club Occidente
ll pericolo è la ‘ruredizzazione’ delle nostre abbazie e degli altri monasteri e beni storici del nostro Appennino. A lanciare il grido di allarme è stato Massimo Mariani, uno dei massimi esperti di sismica e geotermia, componente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, intervenuto al convegno organizzato dal Club Occidente “Quale futuro per la Civiltà dell’Appennino?“.
“Aspettiamo che il prossimo sisma – ha detto Mariani – che sistematicamente avviene ogni 20 anni nel nostro Appennino, distrugga o danneggi seriamente i nostri bellissimi beni culturali e le nostre abbazie per poi ricostruirle così come erano. E poi si aspetta il prossimo terremoto”. Uno stallo ed una situazione passiva che non può essere sopportata oltre. Viene stimato che delle 1200 chiese e abbazie danneggiate soltanto il 50% viene ricostruito “sempre con le vecchie metodologie”. “Siamo il paese dell’ecobonus e non del sismabonus” ha detto polemicamente Mariani “ dobbiamo indirizzare la ricostruzione verso nuovi obiettivi e verso la programmazione che non paga in termini politici, perché è molto più utile stanziare bonus e fondi per la ricostruzione invece di prevenire. Del resto da molto tempo abbiamo detto che per mettere in sicurezza l’Italia dal rischio sismico occorrono 130 miliardi, ma se i fondi non ci sono occorre pensare in termini di medio-lungo periodo”
Un Appennino da recuperare, ma anche da scoprire nei suoi profondi significati storici. Ambiente e Monachesimo è un libro di successo di Jacopo Angelini che ripercorre il fitto reticolo fatto da abbazie e luoghi storici del medioevo. Angelini, faunista, ornitologo, presidente del CTS del Parco regionale della Gola della Rossa- Frasassi con una relazione su Ambiente e Monachesimo dal titolo “Storie ed evoluzione degli habitat dell’Appennino umbro-marchigiano” ha pubblicato un libro che l’ha tenuto al lavoro per anni ricostruendo luoghi e documenti.
“Con la più alta densità di abbazie benedettine d’Europa il territorio montano di Fabriano tra Umbria e Marche può sviluppare economie di scala molto importanti facendo conoscere territori appenninici ricchissimi di storia, natura e biodiversità, frenando anche lo spopolamento dei borghi medievali appenninici”.
Giulio Argalia, fabrianese, ha celebrato a Genga il 20 anni della lunga storia del Club Occidente: “in questo ventennio abbiamo fatto molti convegni e dibattiti per dare spunti di riflessione a decisori e istituzioni su chi siamo e dove va il mondo. Invitato esperti e docenti. Ci siamo posti con un gruppo che vuole dare voce alle tante realtà delle Marche. Per questo abbiamo fondato il nostro giornale on-line www.voceallemarche.it che vuole essere un pungolo e punto di riferimento per chi vuole ragionare sul futuro della nostra bellissima regione”.