E’ nelle Marche la prima esperienza di convergenza scuola lavoro

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Il futuro è blu. i ragazzi protagonisti in impresa raccontano la convergenza scuola lavoro 2023

Un fiume di persone si avvia attraverso il parco verde verso il laboratorio che l’impresa Loccioni ha dedicato ai ragazzi della Convergenza. Sono loro ad accogliere genitori, professori e giornalisti. Indossano maglie azzurre con la scritta bluzone e jeans. Hanno 17, 18 anni e oggi sono loro i protagonisti.

Illustrano ai professori la loro opera: un sistema di collaudo per iniettori benzina. Fanno vedere come si muovono i robot collaborativi, il sistema software che li gestisce. Raccontano come hanno progettato e realizzato il sistema, gestendo e superando difficoltà e problemi tecnologici.
“Abbiamo affrontato discipline e problemi mai visti a scuola e la soddisfazione è di aver risolto dei problemi che pensavamo insormontabili.” dice Diego Cimarelli di Cupramontana, che studia per diventare programmatore software. “Abbiamo anche avuto momenti di formazione sul valore della positività nel lavoro, su come una comunità di lavoro si basa sui valori condivisi. Abbiamo imparato come si fa una trattativa di vendita e qualche rudimento di economia e management” aggiunge Federico Longhi di Ostra.

Da veri padroni di casa poi i ragazzi hanno guidato gli ospiti nei vari laboratori dell’impresa,
illustrando i mercati e le tecnologie in cui hanno potuto affacciarsi. Dal medicale, all’automotive, dall’aerospazio all’energia. Poi il gruppo si è spostato nella sede di Angeli di Rosora. Lì i ragazzi e i genitori hanno trovato una sorpresa: un’intera parete con i loro ritratti e i loro pensieri. Un progetto della fotografa Francesca Tilio che ha illuminato con delicatezza e poesia, la potenza e la fragilità della loro età. Nella grande e luminosa sala Marzo c’è stato il momento delle considerazioni finali e del confronto.

Il Professor Tommaso Cioncolini, che ha progettato il percorso insieme alla Loccioni, ha
osservato “lo stupore dello sguardo tra i vecchi alunni, ora collaboratori Loccioni, e gli studenti che hanno partecipato alla Convergenza. “Nella magia di quello sguardo c’è la premessa del compito più grande della scuola e del lavoro fare buoni cittadini. Nel concetto di Convergenza scuola e impresa c’è questo grande valore. Questo momento non è la fine, ma un nuovo inizio”. Claudio Loccioni, che in questo progetto è coinvolto in prima persona e crede moltissimo, ricorda come la Loccioni sia “un’impresa basata sulla consocenza, non una fabbrica. I ragazzi della scuola portano conoscenza e il lavoro la trasforma in competenza.” Presenti anche i maestri, i collaboratori Loccioni che hanno seguito i ragazzi nei pomeriggi in impresa. Scherzano con loro e si percepisce la complicità che si è creata. Come dice Lorenzo Ubertini, programmatore software in Loccioni, “all’inizio del progetto non ci credevano neanche loro. E vedere nei loro occhi la soddisfazione di aver realizzato qualcosa di complesso, è bellissimo”. Daniele Marchegiani, ingegnere energetico nucleare, ricorda “anch’io ho fatto il Marconi Pieralisi e l’esperienza in Loccioni, poi sono andato all’università e ritornato qui. Poter trasferire questa esperienza ai ragazzi è per me la cosa più bella”. “Io sono andato in pensione a giugno, ma stare con i ragazzi e condividere la loro energia mi fa tornare giovane, all’nizio di questa esperienza, quendo eravamo un impresa piccolina” dice commosso Antonio Bonci, collaboratore Loccioni dagli inizi dell’impresa.
La dirigente dell’IIS Marconi Pieralisi Maria Rita Fiordelmondo sottolinea come “Per i ragazzi è un modo per gettare il cuore oltre l’ostacolo. E i professori si sono resi conto di quanto in poco tempo abbiano acquisito maturità e consapevolezza.” E ricorda come il rapporto con Loccioni iniziò più di trent’anni fa con lo storico preside Agostino Tassi, che ha iniziato a portare in visita i ragazzi in questa strana realtà del territorio. Invitato da Claudio Loccioni ha preso la parola:
“Quello che mi ha portato qui, nonostante la mia età, è stata la voglia di vedere dal vivo lo
sviluppo di questa impresa, che negli anni ha offerto opportunità a tanti giovani della nostra
scuola. Un’impresa all’avanguardia che non chiede di meglio che di aprire questo ponte tra
scuola e lavoro”.
Chiamato dai ragazzi a gran voce, Francesco De Stefano, il filosofo d’impresa e tutor degli
studenti in Loccioni, sottolinea: “Abbiamo fatto una piccola rivoluzione e l’abbiamo fatta tutti insieme. Siamo andati oltre le barriere, i compartimenti stagni. Insieme ai genitori, agli insegnanti. Non ci fermiamo qui, l’anno prossimo ci vediamo ancora.” E conclude Claudio
Loccioni: “l’impresa è un bene sociale, è sempre aperta per voi. Continuate a frequentarla!”
Loccioni e la scuola: un rapporto iniziato con l’impresa
“Anch’io ho fatto l’alternanza scuola lavoro a 14 anni” afferma spesso Enrico Loccioni. In effetti questo rapporto speciale con la scuola nasce proprio dall’esperienza del fondatore che ha vissuto l’importanza dei maestri nella sua vita: la maestra Mazzini nella scuola primaria a Sant’Urbano, la professoressa Urbani alle medie di Castelplanio. Ma è soprattutto con la scuola di avviamento professionale ENALC di Jesi, che frequentava dopo le medie, mentre lavorava da un elettrotecnico (da qui l’alternanza), che comprende l’importanza della collaborazione tra scuola e impresa. Quando a 18 anni dà il via all’attività di impiantistica i primi collaboratori sono proprio alcuni suoi compagni di classe.
Già negli anni 70, man mano che l’impresa cresce, si collega con l’INAPLI dove alcuni professori iniziano a capire che per i ragazzi è fondamentale vedere per tempo il mondo del lavoro. Negli anni ’80 il professor Germano dell’ITIS di Jesi, già organizzava pullman per portare in visita gli studenti. Negli anni ’90 con l’arrivo del primo ingegnere, Gino Romiti, ancora studente quando inizia a lavorare in Loccioni, iniziano i contatti con le università, sia tecniche che economiche. A quell’epoca, il professor Giorgio Fuà, fondatore della facoltà di economia all’UNIVPM, insieme al professor Balloni assiduo frequentatore della Loccioni, affermava che Loccioni era un laboratorio perfetto per l’università, sia per ingegneria che per economia, scienze della comunicazione, design e molto altro. In quegli anni si intensifica non solo l’attività ma anche la progettualità con le scuole di ogni ordine e grado nel territorio e anche fuori, progettualità che ha continuato ad innovarsi sempre e che oggi fa parte della cultura d’impresa, è integrata alla sua organizzazione e rappresenta non un costo, ma un investimento nel futuro.
I numeri del rapporto scuola impresa:
52 bambini dai 4 agli 11 anni ospitati nel Summer Camp 2023
800 studenti ospitati ogni anno, tra orientamento, stage e tirocini, tesi di laurea o dottorato
300 studenti nel Vivaio
96 studenti in percorsi e progetti bluzone di cui
62 studenti delle scuole superiori e ITS ospitati con la Convergenza
14 studenti internazionali nelle sedi Loccioni nel mondo
18 studenti universitari
4 master all’anno per i neo assunti sia diplomati che laureati
10.000 ore di formazione erogate complessivamente
62 docenti coinvolti nella faculty di cui 50 interni
500 insegnanti formati e ospitati in impresa
12.000 ore di laboratori di formazione e orientamento
1 casa editrice www.desiderioeditore.it

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