Ciao Carletto

368

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Carlo Mazzone. L’ex tecnico è morto ad Ascoli all’età di 86 anni e se ne va portando con sé il record di panchine in Serie A: 792. Ha vissuto mille esistenze, ha attraversato le esperienze schivando i pericoli e fiutando i tranelli, si è fatto condurre dall’unica stella polare che mai lo abbia tradito: la saggezza popolare. Già, perché per dire chi è stato Carletto Mazzone si deve partire dalle radici, dalla Roma del popolo, la sua Roma, in cui si mescolava un po’ di Alberto Sordi e un po’ di Carlo Verdone. Lui era così, quando allenava e quando stava in panchina.

Verace, ecco l’aggettivo che forse più lo definisce. Una vita trascorsa in tuta, berretto e giaccone oversize a dimenarsi e strillare dalla panchina con il suo inconfondibile accento romanesco. Protagonista e simbolo di un calcio verace, lontano da bolidi e lustrini, molto italiano. Un calcio popolare e vero, come vero era Mazzone, che negli ultimi anni – con l’aiuto di figli e nipoti – era stato amato e coccolato sui social dove raccontava la sua vita da nonno con post familiari e semplici. Era nato a Roma il 19 marzo 1937 e la sua carriera da calciatore si era sviluppata soprattutto nella città marchigiana dopo brevi esperienze con le maglie di Latina, Roma, Spal e Siena.

Da mister era partito proprio da Ascoli, giovanili prima e prima squadra poi. Quindi un lungo girovagare per l’Italia toccando altre undici tappe: Fiorentina, Catanzaro, Lecce, Pescara, Napoli, Livorno, Roma, Brescia, Perugia e, più volte, Cagliari e Bologna dove raggiunse la Coppa Uefa. Sempre amatissimo dal pubblico e dai suoi uomini, da Antognoni fino a Francescoli, avuti a Firenze e Cagliari. Due calciatori sono stati “suoi” più di tutti gli altri, Francesco Totti e Roberto Baggio, i maggiori interpreti tecnici del calcio di casa nostra negli ultimi trent’anni. Perché questo era Mazzone: un esaltatore del talento, sempre anteposto a tattica e schemi. Fu così che svezzò Totti nella sua Roma, mentre a Baggio, una sorta di figlio prediletto, regalò un finale di carriera incredibile. Tanto che il Divin Codino nel 2000 volle una clausola sul suo contratto quando firmò a Brescia. Recitava più o meno così: se Mazzone viene esonerato, sono libero di andare via. Il binomio, durato quattro anni, sarebbe valso tre salvezze e una qualificazione all’Intertoto con quasi approdo in Coppa Uefa.

La lunghissima carriera da allenatore di Carletto Mazzone, è punteggiata di incitazioni caldissime e sfuriate leggendarie, ai suoi giocatori o a quelli avversari, al malcapitato arbitro di turno e perfino, perché no, anche all’indirizzo dei tifosi. Ne sanno qualcosa gli ultrà dell’Atalanta, che il 30 settembre 2001 «subirono» da Mazzone una vendetta sportiva entrata nella storia del calcio.

Si giocava in quell’inizio d’autunno il derby lombardo tra Brescia – il club che allenava in quegli anni il tecnico romano – e Atalanta, partita sempre sentitissima dalle due tifoserie. Nel Brescia splendeva la stella, pur calante, del “divin codino” Roberto Baggio. L’Atalanta non era ancora quello squadrone da zona Champions che sarebbe diventato negli anni successivi, ma dava filo da torcere a tutti. E la sua tifoseria è nota per essere indomabile. Al Rigamonti di Brescia, la squadra di casa va sotto e nonostante un gol di Baggio chiude il primo tempo sull’1-3. Mazzone è preso di mira ininterrottamente dai “nordici” tifosi bergamaschi per le sue origini romane, con cori irripetibili. Mugugna e medita vendetta. Trasmette il ribollimento del sangue ai suoi in campo. Che recepiscono. Alla mezz’ora del secondo tempo Baggio raccoglie una torre dell’attaccante albanese Tare, si gira fulmineo e butta la palla in rete alle spalle di Taibi: il Brescia è ora sotto per 3-2. Mazzone esplode e inveisce contro il settore ospiti dell’Atalanta: «Se pareggiamo, vengo sotto la curva», promette alzando in cielo la sua manina minacciosa. Così accadde e così fece, in una delle immagini (poi diventata meme) più iconiche della storia del campionato di calcio italiano.

Tutti gli appassionati oggi vogliono ricordare mister Mazzone che ci lascia proprio nel primo fine settimana di campionato di serie A.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here