“Qualcosa si sta muovendo e spero vivamente che alcune delle incongruenze del decreto sulle crociere a Venezia possano essere presto risolte”. Stefano Messina, Presidente di Assarmatori, nota con soddisfazione che diversi emendamenti presentati da numerosi esponenti di vari partiti “hanno accolto i segnali di disagio lanciati dalla comunità marittima e portuale”.
“È vero che della questione delle crociere a Venezia si discute da anni, ma la gestazione del provvedimento è stata troppo rapida e non ha tenuto conto delle complessità della situazione, finendo per non dare soluzioni contestuali, come chiedevano le compagnie che da anni auspicavano una soluzione diversa dalla Giudecca”.
“Ora, però”, ha proseguito Messina, “si cominciano a individuare i correttivi ed è per questo che credo vadano fissati alcuni punti fermi. In primo luogo, va definita una data certa per la ripresa delle crociere a Venezia, che consenta i primi accosti a Marghera già nella primavera del 2022. In caso contrario si metterebbe a rischio l’intera stagione, con quel che comporterebbe per l’economia della città e per il mercato turistico nazionale”.
“Vanno poi adeguati i sostegni al reddito dei lavoratori, alle compagnie e agli operatori terminalistici. C’è un vasto segmento dell’economia veneziana, con ricadute anche nazionali, sul quale il decreto ha un forte impatto, solo parzialmente compensato dalle misure attuali.
Inoltre le procedure per i lavori devono essere semplificate al massimo per rispettare i tempi strettissimi necessari alla loro realizzazione. Sembra quindi un controsenso prevedere l’applicazione della VIA, la Valutazione d’Impatto Ambientale, anche per semplici interventi di manutenzione su canali già normalmente in uso”.
“Infine, è bene che la valutazione sulla possibilità di riutilizzare il canale Vittorio Emanuele II per il transito di navi di piccola stazza sia effettuata su basi tecnico nautiche, tenendo fuori qualsiasi posizione pregiudiziale e ideologica”.
“Quello di Venezia”, ha concluso Messina, “è un Hub portuale fondamentale e le decisioni che si prendono su di esso hanno un impatto anche sull’intero sistema portuale dell’Adriatico. Questo equilibrio va salvaguardato insieme alla funzione stessa di Venezia come Home Port”.