Firmato oggi il contratto di compravendita tra il Governo Ungherese e i privati Teseco e Seastock per la realizzazione di un nuovo terminal multipurpose, dopo un lungo iter diplomatico, restituita a commercio e logistica un’area di 320 mila mq. Stimati 100 milioni di investimento, più vicine le bonifiche
Cresce sempre più il ruolo strategico del porto di Trieste nello scacchiere portuale, commerciale e logistico europeo e internazionale. L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale ha partecipato oggi presso la Regione Friuli Venezia Giulia alla sottoscrizione di un contratto di compravendita tra il Governo Ungherese e i due soggetti privati Teseco e Seastock, primo passo per la realizzazione di un terminal multipurpose nella zona Noghere.
L’investimento complessivo, che comprende l’acquisto, la messa in sicurezza ambientale dell’area e lo sviluppo del progetto, è stimato in circa 100 milioni di euro.
L’accordo, siglato alla presenza del Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Interno Matteo Salvini, del Ministro degli Affari Esteri e del Commercio dello Stato Ungherese Péter Szijjártó, del Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale Zeno D’Agostino, posizionerà l’area portuale triestina sempre più come hub strategico d’Europa, “porta” marittima e logistica dell’Europa continentale. Negli ultimi tre anni infatti lo scalo giuliano, grazie alle connessioni ferroviarie merci, si è attestato punto di riferimento essenziale per importanti catene logistiche da e verso l’Ungheria (quale ad esempio l’automotive) raggiungendo quota 14 coppie di treni a settimana tra Trieste e Budapest.
“L’accordo siglato oggi rappresenta il compimento di un lavoro durissimo, iniziato nell’autunno del 2017 e per cui ringrazio sentitamente l’ambasciata italiana a Budapest, guidata dall’ambasciatore Massimo Rustico, la Regione Friuli Venezia Giulia e lo staff dell’Autorità di Sistema. Al contempo, è solo l’inizio di una fase più concreta di sviluppo, un grande risultato per il porto, la Regione e l’intero sistema Italia” spiega il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale Zeno D’Agostino. “Il regime di Porto Franco ha avuto un ruolo essenziale nel convincere l’Ungheria, che è uno dei mercati più dinamici con cui stiamo dialogando. Questo investimento riguarda attività ad altissimo valore aggiunto e apre a una nuova visione del porto di Trieste come area di interesse per gli investimenti di partner europei” conclude il presidente del porto.
L’area interessata dall’accordo, sede in passato dell’impianto di raffinazione petrolifera Aquila, è caratterizzata da una banchina con un pescaggio di 13 metri e sarà destinata in prevalenza al commercio estero ungherese. Comprensivo di un’ampia area logistica di retro-banchina adatta allo stoccaggio e alla manipolazione delle merci, il sito oggetto di compravendita offrirà anche un’occasione di sviluppo per tutti i traffici di interesse per il porto, nelle componenti marittima e logistica. La zona, collocata a Sud-Est dello scalo giuliano, è servita dalla ferrovia e misura circa 320.000 mq, di cui circa 60.000 mq di zona demaniale lungo costa amministrata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale.
Il protocollo siglato oggi agevolerà la risoluzione di alcune tematiche di interesse strategico per il porto di Trieste, quali ad esempio la risoluzione delle questioni relative allo stato di Sito Inquinato di interesse Nazionale (SIN) presso il Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia; la possibilità di attivare rapidamente sul sito, o su una porzione di esso, il regime di Porto Franco; il ripristino e l’adeguamento dei raccordi ferroviari pubblici esistenti con la stazione Aquilinia. Il tutto con il coinvolgimento del Comune di Muggia nella pianificazione dello sviluppo futuro dell’area.